Saturday 28 June 2008

Veni Petroleum


La processione si avviò lungo la strada che una volta era stata asfaltata, poi la gente del paese si era rubata tutto l'asfalto per distillarlo e spremere un pò di petrolio e pece.

In prima fila c'erano le Sorelle Di Ghawar, le vergini vestali vestite di una tonaca color Light Crude e un copricapo arabo;.

Poi seguiva la Confraternita di Cantarell, fratazzi di due metri coperti con un mantello color Heavy Sour e un sombrero.

Chiudeva la sfilata La Congregazione del Brent, chierici occhialuti in gonnellino scozzese e cornamusa.

La lenta fiumana si avviava verso la cima della collina, dove si preparavano le cerimonie attorno alla Piramide del Progresso - una struttura di 50 metri di altezza realizzata interamente con copertoni di camion . Era un tosco pomeriggio di aprile, il cielo squarciato da lampi per un temporale fuori stagione, mentre un vento a raffiche, presagio di uragani incombenti, tormentava le tuniche e strappava i fiori dai capelli delle Vestali.
Si disposero, a migliaia, nella grande piazza, e attesero l'arrivo del Sommo Sacerdote. E cantarono:

il coro delle Vergini:
- Sancta Ghawaria, cuius annunciatio nostra fuit salvatio, cuius trivellatio nostra fuit glorificatio; Stella matutina, Regina in caelum assùmpta, Petroleum tecum, Amen.

il coro dei fratoni:
- Cantarellus Nostrus, veniat Petroleum tuum, sicut in caelo et in terra, Petroleum nostrum quotidianum dona nobis hodie.

e i chierici:
- Cor Brenti, sàlus in te speràntium, spes in te morièntium, exàudi nos, miserère nobis.

Le cantilene erano incessanti, ripetitive, ossessive, e crearono presto un clima di trance nella folla.

Ma ecco il Sommo Sacerdote! Un omaccione con una barba nera e foltissima, gli occhi luccicanti alla Rasputin. Si inerpica solenne sui gradini della cattedrale, arrivato in cima alza le mani al cielo, e due trombe vichinghe fanno vibrare l'aria con un suono cavernoso che accappona la pelle a tutti. (1)
- Peeeee....trooooo....leeeeee.....uuuuuuuuummmmm
Tutti si gettarono in ginocchio, baciando la terra e ripetendo a bassa voce "peeee....trooooo... leeeee...uuuuum...".
- Domine tibi pedimos gratiam summam, ut magna pozza repleniscat atque petroleum nunquam finiscat. - cantava il Sacerdote
- Veni Sancti Petroleum - rispondeva il coro

Quattro chierichetti nerboruti portarono a spalle un barile di petrolio in cima alla piramide.
Il sommo sacerdote rovesciò alcuni galloni dentro una conduttura che allagò una specie di abbeveratoio alla base della piramide, e gli astanti si precipitarono a bagnarsi la fronte col liquido nerastro, mormorando "Petroleum, vitam meam illùmina, custodi, rege et guberna."

Ma finalmente arrivò il momento culmine della cerimonia, che tutti aspettavano. I chierichetti trascinarono uno schiavo Irakeno in cima alla Piramide. Il poveretto aveva una espressione imbambolata perchè l'avevano imbottito di oppio. Il Grande Sacerdote lo fece sdraiare su un altare da sacrificio incaico, impugnò un kriss (1) sollevandolo sul petto del malcapitato, tuonò un'ultima formula:
"Domine, sursum pectorem esclavi tui tibi mandamus ut petrolei precem tibi ferat"
e con un vigoroso fendente lacerò il petto del tapino e ne estrasse il cuore, che mostrò alla folla in delirio. Il corpo del meschino rotolò senza vita sui gradini della piramide, fino ad accasciarsi alla sua base in una pozza di petrolio.
Il Sacerdote immerse tre volte il cuore nel barile di petrolio, lo depositò sull'altare, rovescio' il petrolio tutto attorno, vi diede fuoco e scappo' giù per le scale...le fiamme si levarono alte lambendo il cielo plumbeo. La folla aveva la spuma alle labbra per l'eccitazione, e ripeteva convulsamente
"Agnus Dei sacrificalis, qui tollis peccata mundi, dona nobis petroleum".

Il rito era compiuto, ora il Dio del Progresso aveva ricevuto il messaggio di una umanità disperata, la richiesta di riempire di nuovo i giacimenti di petrolio....
Il Sacerdote mormorò "Ite, Petroleum Est."



(1) pugnale malese dalla lama a serpente, come sanno i lettori di Salgari

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