Thursday 12 June 2008

L'ingorgo



Questo piu' che un articolo e' una collezione di incubi e visioni, leggetelo solo se siete di buon umore.

Qualche tempo fa ho visto un film di Luigi Comencini - grazie Luigi che ci guardi da lassu', eri un grande e ti vogliamo bene - l'Ingorgo (1979), era una satira straordinaria, surreale, mostra una umanità ammassata in automobili incolonnate immobili per interminabili ore. Ma pur in mezzo a questo disastro, qualche briciolo di umanità sopravvive, la gente si parla e si incontra e le vite si incrociano. Alla fine del film un prete da' l'estrema unzione a un paziente morto aspettando nell'ambulanza, la preghiera é bellissima:

noi ti ringraziamo o signore di avere chiamato a te e accolto nel tuo seno quest'uomo togliendolo dai disastri del mondo; salvaci o signore, salvaci dalla plastica, salvaci dalle scorie radiattive, salvaci dalla politica di potere, salvaci dalle multinazionali, salvaci dalla ragione di stato, salvaci dalle parate, dalle uniformi e dalle marce militari, salvaci dal disprezzo per il piu debole, salvaci dal mito dell'efficienza e della produttivita, salvaci dai falsi moralismi, salvaci dalle menzogne e dalla propaganda, rispettate la natura, amate la vita, congiungetevi carnalmente nel rispetto del prossimo, fornicare non é peccato se fatto con amore. amen


Sono rimasto intrappolato in un ingorgo umano all'uscita di un aeroporto di Londra - Stansted, l'aeroporto dei poveri di raianeir - era mezzanotte e tutti premevano per tornarsene a casa. Nessuno parlava, tutti si ammucchiavano immusoniti, mi feci da parte per non essere pecora e qualcuno mi guardò strano e ostile; mi prese sgomento esistenziale davanti alla massa taciturna e compatta che avanzava senza dubbi e pensieri di alternative a un sentiero tracciato da altri. Sembrava l'inizio di Metropolis di Fritz Lang. Piuttosto che entrare a far parte di quella massa avrei voluto correre via libero in mezzo ai boschi. Mi feci di nuovo da parte per far passare un anziano con voluminosa valigia e nessuno mi lasciò rinfilarmi nel mucchio. Aspettai pazientemente per dieci minuti in un angolo che qualcuno mi cedesse uno spazio per rientrare nella fila, niente, nessuno e' disposto a rinunciare a qualcosa di suo per permettere agli altri di godere di qualche diritto. Questo trucco di mettermi un po' di lato nelle file per vedere se qualcuno si muove a compassione lo uso spesso, per testare la capacita' politica degli individui, normalmente uno su cento passa il test, gli altri procedono fingendo di non vederti. Che la somma degli egoismi individuali possa portare a un bene collettivo e' una teoria che non funziona mica tanto. Mi feci da parte per far passare signora con bambino e subito altri si infilarono nel vuoto lasciato. Non c'e' pieta'. La consegna e' di difendere gli interessi economici di un sistema economico di cui siamo l'appendice, e la porteremo a termine con elicotteri da guerra e testate nucleari, metallo contro carne, che ce frega di donne e bambini se non sono dei nostri. La violenza del sistema ce la portiamo dietro anche nei comportamenti quotidiani.

Una voce di donna annuncia "wait here, upstairs there is no more room for anybody", che suona come "al piano di sopra non c'e' piu' spazio per nessun corpo". Fantastico, l'illusione e' perfetta, siamo come migliaia di bambini ancora da nascere che premono all'utero delle mamme per uscire al mondo, ma il mondo e' sovraccarico, non c'e' piu' spazio per nessuno, siamo ricacciati indietro sottoterra. Premiamo, reclamiamo il nostro diritto a vivere, ma non ce n'e' per nessuno, la generazione dei vivi lassu' si e' pappato tutto, anche la nostra parte. La visione si amplifica, i miei vicini diventano infanti in fasce col ciuccio in bocca in attesa di nascere, uno dice a un altro "aho, i nostri genitori lassu' se stanno a magna' tutto, acqua, ossigeno, petrolio, metalli, diversita' biologica e culturale... anvedi 'sti impuniti, speriamo che almeno non mi lascino debiti da pagare e ipoteche sulla casa"


La gente si accalca a ranghi sempre piu stretti. Nessuno vuole rinunciare alla sua fetta di consumi. Ci spettano di diritto. Abbiamo dato il consenso al vostro sistema in cambio della possibilita' che ci date di divorare il pianeta, adesso non potete togliercelo questo diritto. Mi guardo attorno: e cosi' questa e' l'umanita', interessante, mi aspettavo qualcosa di piu' umano; qualcosa di piu leggero, creativo, colorato, invece mi sembra livida e inferocita nella propria determinazione a consumare sempre di piu. Una volta la gente cantava e si riempiva di gioia, uno passava per strada e ascoltava quel canto e si metteva a cantare pure lui; adesso ascolta silenziosa e truce in un IPOD pagato fior di quattrini, l'unico a uscirne contento e' la Apple.

Qualcuno dice "Deve esserci sto ingorgo a causa delle procedure di sicurezza. Ma in questo modo invece di combattere il terrorismo lo incoraggiano". Gia', nel background dell'inconscio collettivo gira il processo della paura del terrorismo, questo ci rende ancora piu' incazzati e duri, ce la prendiamo con dei pastori di capre sulle montagne afgane mentre i padroni del mondo a Washington, New York e Londra lo fanno a pezzi.

Lovelock in "the revenge of Gaia" apre dicendo "l'umanita' oggi e' come un gruppo di gitanti su un battello a monte delle cascate del Niagara, inconsci del fatto che i motori stanno per rompersi". Probabilmente comunque si riferiva all'umanita' ricca dei paesi ricchi, non mi sembra che per gli altri la vita sia tutta sta gita in barca.

Che cosa deve fare uno per fermare l'orda, il massacro, per far suonare quell'urlo piu' forte di tutti che fa ammutolire il mondo della politica e chiama a decisioni radicali....uno deve darsi fuoco sulla pubblica piazza? Ci avevo pensato seriamente ai tempi della guerra del golfo, di darmi fuoco in una piazza di Milano alla Jan Palach dopo aver distribuito in giro volantini che denunciano l'infamia della guerra. Ho spesso pensato che forse avrei dovuto farlo, tanto cosa vale la vita di un uomo di fronte al poter affermare che esiste una umanita', che il nostro destino non e' quello di diventare sempre piu' barbari e di soggiacere sempre di piu' ai giochi mafiosi di una minoranza di iene in redingote, guerrafondai speculatori terroristi bombardatori di villaggi afghani e irakeni.... le loro decisioni politiche friggono, bolliscono, lessano il pianeta coi suoi abitanti, e poi i terroristi sono i pastori irakeni e palestinesi... e poi darsi fuoco per l'ambiente genera CO2, ci vuole un'idea piu' geniale. La Critical Mass mi piace, ostruzionismo nonviolento. Ci vogliono altre idee creative, andare a piedi e in bicicletta, risparmiare sul riscaldamento... ma tutto questo non basta, ci vuole un cambiamento di cultura, inquinare deve diventare un fatto osceno come stuprare un bambino, gli automobilisti si inginocchieranno davanti ai ciclisti a chiedere perdono, gli autosauri si estingueranno e trionfera' la propulsione a polpaccio.


Vidi Alexander Langer ad un convegno giovanile ad Assisi, quasi 20 anni fa, disse che dovevamo cambiare ora, qui, in ogni gesto della nostra vita quotidiana, se volevamo ancora sperare in un futuro; poi disse "vedete in questo salone teniamo le luci accese e le tende chiuse mentre fuori c'e' il sole, e' uno spreco assurdo".... nessuno fiato', le tende continuarono chiuse e le luci accese. Langer si suicido' dieci anni dopo, lasciando scritto "non ce la faccio piu'". Eh beh. Come dice il sommo poeta Stefano Benni: "La mia anima mi chiese, non sei stanco di vivere? Si, risposi, ma mi dispiacerebbe rinunciare".

Mah, forse quando le nostre citta' galleggeranno nelle acque di varie Groenlandie sciolte, sorgera' un nuovo Mose', un Egroeg Hsub, che guidera' il popolo eletto di ricchi bianchi americani attraverso le acque...ma non ci credo tanto, beato il popolo che non ha bisogno di eroi. Poi le televisioni inquadreranno tutto perche' niente si medializza meglio delle catastrofi, e potremo gioire vedendo in televisione la nostra casa mentre se la porta via un'onda con noi dentro, magari facendo ciao alle telecamere dalla finestra. Per dire quanto gliene frega dell'ambiente al mondo della politica, nel manifesto del neofondato PD, 15 pagine, non c'e' una parola sul tema...un partito nato morto, se neanche si propone di affrontare la sfida maggiore del secolo.

Quando il Titanic affondò, una signora racconta che un uomo le cedette il suo posto sulla scialuppa, lei lo vide ancora a bordo della nave mentre lei si allontanava in salvo e lo saluto', poi non ne seppe piu nulla, era morto affogato. Spesso penso a quell'uomo, alla sua dignita e alla scelta di non rinunciare ai suoi principi. Ma forse era meglio se l'orchestra avesse smesso di suonare per tempo e la dirigenza politica del Titanic non ignorasse il problema dello squarcio nella carena, non ci sarebbe stato bisogno di sacrifici umani e il proletariato della terza classe non sarebbe affogato anonimamente come topi. Si tanto a salvarsi la pelle saranno solo i ricchi, noi finiremo tutti cotti o sott'acqua, cominciando dal pastore del Mali e arrivando fino all'insegnante valdostano. Avvocati, medici e qualche ingegnere si salveranno. Global warming e lotta di classe.

Comunque mentre scrivevo sono andato a spegnere le luci dell'ufficio, Alexander l'ho fatto pure per te, anche tu eri un grande, siamo nani sulle spalle di voi giganti.

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